COME
La coltivazione segue i disciplinari del biologico, ma quello che più conta per noi è custodire con rispetto e cura il nostro pezzo di t/Terra progettando il nostro agro-ecosistema, ponendo la natura come principale fonte di ispirazione.
Nelle zone a riposo lasciamo prosperare essenze spontanee o creiamo miscugli di sovescio, effettuando tagli prima della completa fioritura e lasciando le radici a terra ogni volta che è possibile, cosa che favorisce lo sviluppo di micorrize e maggior areazione. Quando possibile lasciamo parcelle a fiore per il pascolo delle api e raccogliamo il seme dei nostri miscugli. Trinciamo e cippiamo tutti gli scarti di potatura e gestione del verde, cambiando la zona del cumulo ogni anno; se ci è possibile recuperiamo il compost che otteniamo, altrimenti viene utilizzato in situ rigenerando il suolo anno dopo anno.
Manteniamo il più possibile colture di copertura, al fine di evitare dilavamento e sterilizzazione che avverrebbero in un suolo nudo a causa dei raggi ultravioletti. Privilegiamo la nascita di ogni pianta perenne nel campo, aggiungendone anche di nostra mano, con l’intento di vedere nascere nicchie ecologiche di biodiversità anno dopo anno. Crediamo nel rispetto e nel benessere degli animali: i nostri asini e le nostre gallinelle, con il loro pollaio mobile, passano le loro giornate in zone di pascolo delimitate da recinti elettrici, che spostiamo razionalmente.
Passiamo il meno possibile con mezzi pesanti per evitare il compattamento del suolo e non effettuiamo lavorazioni come l’aratura. Passaggi ripetuti di mezzi meccanici danneggiano la parte viva del suolo per molte ragioni, sia meccaniche che biologiche: il suolo perde di struttura, è più vulnerabile al dilavamento e all’erosione, viene compattato, i suoi strati vengono rivoltati e gli ambienti degli esseri viventi che lo abitano distrutti. In aggiunta, pesanti lavorazioni meccaniche, a causa delle considerevoli quantità di ossigeno che introducono nel suolo, da un lato accelerano la mineralizzazione della sostanza organica mettendo a disposizione immediata delle piante le sostanze nutritive, con risultati in un primo effetto benefici; ma dall’altro l’accelerazione dei processi biologici, comporta perdita rapida di fertilità che deve essere continuamente compensata e la sostanza organica, ossidandosi, viene rimessa in atmosfera sottoforma di anidride carbonica contribuendo al riscaldamento globale. L’ambiente che si crea nel suolo attraverso una corretta gestione può contenere più carbonio rispetto all’atmosfera e alle piante che ne vivono in superficie. Ne giova la Terra e ne gioviamo noi coltivando sulla nostra casa comune con consapevolezza e rispetto. Il suolo è una risorsa non rinnovabile, è nostra responsabilità mantenerne e incrementarne la fertilità chimica, fisica e biologica migliorando i nostri sistemi produttivi.
Nelle zone a riposo lasciamo prosperare essenze spontanee o creiamo miscugli di sovescio, effettuando tagli prima della completa fioritura e lasciando le radici a terra ogni volta che è possibile, cosa che favorisce lo sviluppo di micorrize e maggior areazione. Quando possibile lasciamo parcelle a fiore per il pascolo delle api e raccogliamo il seme dei nostri miscugli. Trinciamo e cippiamo tutti gli scarti di potatura e gestione del verde, cambiando la zona del cumulo ogni anno; se ci è possibile recuperiamo il compost che otteniamo, altrimenti viene utilizzato in situ rigenerando il suolo anno dopo anno.
Manteniamo il più possibile colture di copertura, al fine di evitare dilavamento e sterilizzazione che avverrebbero in un suolo nudo a causa dei raggi ultravioletti. Privilegiamo la nascita di ogni pianta perenne nel campo, aggiungendone anche di nostra mano, con l’intento di vedere nascere nicchie ecologiche di biodiversità anno dopo anno. Crediamo nel rispetto e nel benessere degli animali: i nostri asini e le nostre gallinelle, con il loro pollaio mobile, passano le loro giornate in zone di pascolo delimitate da recinti elettrici, che spostiamo razionalmente.
Passiamo il meno possibile con mezzi pesanti per evitare il compattamento del suolo e non effettuiamo lavorazioni come l’aratura. Passaggi ripetuti di mezzi meccanici danneggiano la parte viva del suolo per molte ragioni, sia meccaniche che biologiche: il suolo perde di struttura, è più vulnerabile al dilavamento e all’erosione, viene compattato, i suoi strati vengono rivoltati e gli ambienti degli esseri viventi che lo abitano distrutti. In aggiunta, pesanti lavorazioni meccaniche, a causa delle considerevoli quantità di ossigeno che introducono nel suolo, da un lato accelerano la mineralizzazione della sostanza organica mettendo a disposizione immediata delle piante le sostanze nutritive, con risultati in un primo effetto benefici; ma dall’altro l’accelerazione dei processi biologici, comporta perdita rapida di fertilità che deve essere continuamente compensata e la sostanza organica, ossidandosi, viene rimessa in atmosfera sottoforma di anidride carbonica contribuendo al riscaldamento globale. L’ambiente che si crea nel suolo attraverso una corretta gestione può contenere più carbonio rispetto all’atmosfera e alle piante che ne vivono in superficie. Ne giova la Terra e ne gioviamo noi coltivando sulla nostra casa comune con consapevolezza e rispetto. Il suolo è una risorsa non rinnovabile, è nostra responsabilità mantenerne e incrementarne la fertilità chimica, fisica e biologica migliorando i nostri sistemi produttivi.
Crediamo in un approccio rigenerativo dell’agricoltura volto a restituire fertilità e promuovere la formazione di un suolo il più vivo possibile, integrando quanto più ci è possibile, animali ad agricoltura, entrando a far parte e collaborando con il ciclo della fertilità, cercando di favorire una dinamica di arricchimento dell’ambiente circostante.
Vogliamo contribuire all’aumento di risorse biologiche, mantenendo un equilibrio tra le risorse prelevate e quelle i cui processi biologici sono in grado di generare. Lavoriamo con la natura, ponendoci al suo interno tramite una continua osservazione. Gli ecosistemi naturali sono duraturi, indipendenti e resilienti. Se riusciamo a comprendere a fondo il loro funzionamento, prendendo questi ecosistemi come modelli, possiamo creare ambienti umani più duraturi e autosufficienti.
Coltivare questo pianeta costituisce un enorme privilegio e una responsabilità non meno grande. Possiamo, con coscienza e consapevolezza, divenire responsabili della nostra esistenza e delle conseguenze del nostro passaggio sulla Terra.
Vogliamo contribuire all’aumento di risorse biologiche, mantenendo un equilibrio tra le risorse prelevate e quelle i cui processi biologici sono in grado di generare. Lavoriamo con la natura, ponendoci al suo interno tramite una continua osservazione. Gli ecosistemi naturali sono duraturi, indipendenti e resilienti. Se riusciamo a comprendere a fondo il loro funzionamento, prendendo questi ecosistemi come modelli, possiamo creare ambienti umani più duraturi e autosufficienti.
Coltivare questo pianeta costituisce un enorme privilegio e una responsabilità non meno grande. Possiamo, con coscienza e consapevolezza, divenire responsabili della nostra esistenza e delle conseguenze del nostro passaggio sulla Terra.