Seminativi

Girasole
dell’Odola

Di per sé il reperimento di un seme di girasole non ibrido, in quanto l’idrido ha caratteristiche di resa estrattiva più elevate ed è generalmente alto oleico (acido grasso monoinsaturo maggiormente indicato per resistere ad alte temperature), non è stato facile.

La scelta di varietà non ibride, di cui non tutte le varietà sono ugualmente nettarifere, di fatto sta in primo luogo nel considerare i numerosi insetti impollinatori: la selezione di ibridi, spinta verso cultivar autofertili mirate alla produzione di olio, risulta essere meno attrattiva per le api. In aggiunta ci fa sentire maggiormente custodi, l’idea di avere la possibilità di riseminare il nostro seme, selezionando per diversità, resilienza e gusto, qualità e nutrizione, non per uniformità, vulnerabilità e trasformazione. Ne abbiamo trovate alcune varietà non ibride come il Peredovik, originario da contadini dell’Europa dell’Est, dove il girasole è una coltivazione tradizionale e diffusa.

Come ci prendiamo cura...

Lo seminiamo a marzo-aprile ed effettuiamo, se necessario, una sarchiatura interfilare quando la pianta è ancora piccola.  Lo trebbiamo intorno a settembre, quando il fiore è totalmente nero. Se necessario lo stendiamo per una leggera essiccazione e per evitare che l’umidità sia troppo elevata prima della trasformazione. Infatti, se fosse superiore all’8%, non si riuscirebbe a lavorare.

Per ottenerne l’olio, mandiamo i semi fuori azienda, sempre in Umbria, e tramite una pressatura a freddo come prodotto otteniamo un olio di girasole a elevato contenuto in acido linoleico (Omega 6) e vitamina E. La resa estrattiva è intorno al 35%, a confronto di un 45-50% di oli ottenuti da semi ibridi e spremuti a caldo con solventi chimici. Recuperiamo anche lo scarto, prezioso pellet ricco in proteine e carboidrati, in quanto lo usiamo miscelato a sementi a minor contenuto proteico per nutrire le nostre gallinelle e i nostri asinelli.

Cece
dell’Odola

I Ceci Rugosi sono legumi di antica origine. In Toscana il cece rugoso ha una lunga tradizione partita dalla Maremma, poi diffusasi in tutta la regione e nel Centro Italia. Sono una varietà di ceci molto saporita. La buccia esterna è molto irregolare e la sua polpa carnosa e piena si presta bene per l’impiego in zuppe e piatti unici. Dopo un ammollo di circa 12 ore si possono consumare lessati e conditi semplicemente con olio e sale, oppure in minestre calde, minestroni e zuppe. Energetici e nutritivi, i ceci sono tra i legumi più digeribili, fonte di acidi grassi polinsaturi, i ceci apportano anche un buon quantitativo di proteine di medio valore biologico; sono carenti di alcuni amminoacidi essenziali, in particolare di metionina e cisteina, ma se abbinati a cereali in chicchi, pasta e pane, danno vita a piatti completi e nutrienti. Inoltre, come tutti i legumi, sono naturalmente senza glutine, quindi adatti a celiaci.

Come ci prendiamo cura...

La semina dei ceci avviene tra aprile e maggio, in ritardo rispetto alle zone pianeggianti. Effettuiamo, se necessario, una sarchiatura interfilare quando la pianta è ancora piccola. Una volta pronti i baccelli contenenti due semi, vengono lasciati seccare sulla pianta e dopo trebbiatura, stesi per concludere il processo di essiccazione.

Confezioniamo a mano e con cura in vasetti da 500g. Abbiamo scelto con attenzione il packaging di modo che potesse essere riutilizzato facilmente una volta vuotato. Le etichette sono in carta riciclata 100% FSC, con un inchiostro a base di cera d’api e facilmente rimuovibili.


Via Umbra 77, San Giustino